Venerdì 20 novembre
La fotografia che esce analizzando il bilancio demografico della popolazione residente nel comune di Verona al 31-12-2019 non dà scampo: Verona è una città in cui gli ultra 65enni sono maggiori dei bambini da 0 a 14 anni.
Con una popolazione di 259.785 residenti a fine anno scorso, Verona presenta un saldo naturale di -816 persone: 1.957 nati nel 2019 contro i 2.773 deceduti nello stesso periodo.
124.106 è il numero di famiglie presenti nel territorio comunale, con una media di 2,1 componenti per nucleo familiare che colloca Verona tra le città con la media più bassa d’Italia.
Dopo tre anni consecutivi di calo, la popolazione residente nel Comune aumenta di 1.792 cittadini (pari a +0,7%) grazie solo alla somma algebrica fra saldo naturale (-816 unità) e saldo migratorio (+2.608 unità).
Analizzando l’andamento demografico e la struttura della popolazione per cittadinanza italiana e straniera, notiamo che dall’anno 2000 gli italiani residenti nel Comune di Verona sono passati da 244.755 a 221.402 cittadini a fine 2019, con un decremento del -9,5% (corrispondenti a -23.353 unità), mentre nello stesso arco temporale, gli stranieri triplicano passando da 12.722 a 38.385 unità (con un differenziale di +25.663unità).
Per rendere l’idea è come se in vent’anni tutti i residenti della 4a circoscrizione se ne fossero andati e avessero per contro accolto nelle loro case altrettanti cittadini stranieri.
Nel 2019 sono nati 1.957 bambini, 47 in più dell’anno precedente. Troppo pochi per sperare in un’inversione di tendenza, bisognerà attendere l’andamento dei prossimi anni per capire se l’incremento delle nascite è casuale o meno.
In compenso i decessi sono stati 2.773 seppur in calo rispetto all’anno precedente, e questo è un numero destinato a salire anche per colpa dell’emergenza Covid che ci ha investito nel 2020.
L’età media dei residenti a Verona è di 46,4 anni, media abbassata dalla presenza straniera (48,6 gli italiani e 33,8 anni gli stranieri).
Le persone dai 65 anni e più sono 65.960 residenti e rappresentano il 25,4% della popolazione totale; quelle di 80 anni e più sono 23.621, pari al 9,1% del totale o perlomeno lo erano prima dei recenti numerosi decessi, gli ultranovantenni al 31/12/2019 erano 4.661, l’1,8% del totale. Gli ultracentenari ammontavano a 98 persone, lo 0,04% della popolazione residente.
I giovani di età 0-14 anni sono 31.808, pari al 12,2% della popolazione complessiva; per la stessa classe di età gli stranieri sono 7.705 pari al 19,6% dei residenti stranieri. Uno ogni cinque.
Se rapportiamo il numero degli anziani al cluster di cittadini di età 0-14 anni si ottiene l’indice di vecchiaia che, per Verona nell’anno 2019 è pari a 207,4 anziani ogni 100 giovani ovvero 2 anziani per ogni giovane residente (della classe di età 0-14 anni).
La fecondità totale scende a 1,33 figli per donna (da 1,39 del 2015, 1,30 nel 2018); ciò è dovuto al calo delle donne in età feconda per la classe di età 15-50 anni (in 10 anni sono passate da 61.080 nel 2007 a 54.692 nel 2019). L’età media delle donne al parto è di 33,1 anni (34 per le madri italiane; 31,4 per le madri straniere).
Ecco in sintesi la nuova piramide della popolazione per fasce di età con i dati aggiornati al 31/12/2019.
Una base sempre più assottigliata incapace di sostenere un peso sempre maggiore. Si evidenzia un tema di sostenibilità socio-economico: il lavoro dei giovani, intermittente e sottopagato, vigendo il regime contributivo, non permetterà loro di godere di pensioni paragonabili a quelle attuali e richiederà ancora più massicci interventi fiscali a carico di tutti i cittadini per adeguarlo ad un livello dignitoso.
Non esiste più un ricambio generazionale, anzi.
Le mamme fanno sempre meno figli e ad età sempre più avanzata.
È necessario porre rimedio e siamo già in forte ritardo. Non è solo una questione economica ma soprattutto culturale. E per cambiare il modo di pensare delle persone è indispensabile stravolgere la visione ora limitata ad un contributo economico spesso proporzionale all’ISEE e che giustamente aiuta chi è in difficoltà ma non riconosce il valore dei figli a prescindere.
Non è più tempo di bonus, assegni una tantum, incentivi limitati nel tempo e nell’importo.
Va considerata la natalità, l’investimento nella scuola, nella formazione dei nostri giovani, nell’inserimento del mondo del lavoro, come il più prezioso e indispensabile investimento che dovrà guidare i prossimi bilanci comunali.
Vale per la nostra Verona come per l’Italia intera.
Berardo Taddei
Fonte: bilancio demografico del Comune di Verona al 31/12/2019
https://statistica.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=54938